c'è un rapporto ancestrale tra il poeta ed il suo contesto.
proprio come per gli sciamani, c'è un evento nell'infanzia che scatena il cambiamento ed un maestro che introduce il discepolo all'altro mondo. quando il poeta soddisfa questi due requisiti ha un rapporto con l'inconoscibile tale da permettergli di lasciar fluire le parole, fuori da un discorso, senza un senso logico apparente ma spesso in grado di stupire e lasciare pensieroso chi le incontra e se costui si azzardasse a seguire quelle parole, o meglio quelle sensazioni, si ritroverebbe a scoprire tutte le menzogne che lo circondano vedendosi crollare sotto i piedi quel castello di carte che è la nostra libertà, la nostra verità.
il poeta è l'unico in grado di interrompere, anche se solo per un istante, quel flusso incessante:
il discorso che genera la nostra realtà.
quell'interruzione apre le porte della percezione.
il poeta è lo sciamano del mondo occidentale.
sta a voi cercarlo e seguirlo se volete conoscere Verità e Libertà.
ma vi costerà tutto, perché tutto quello che avete è il castello di carte...