sabato 31 maggio 2008

GABbiERe

l'aria che manca
non solo ci stanca
ma viene a portare
come onda del mare
quel misto dolente
ch'è questo presente
ovunque imbottito
di "questo è proibito"
ma se a respirare
torniamo a provare
sappiam che sognando
noi stiamo imparando
la vita a domare
col solo guardare
il lato presente
dell'estro latente
ch'è questa energia
ovunque essa sia.
Se fosse il mio canto
capace soltanto
di darvi lo sprono
al giusto perdono
verso voi stessi
che ancor poveretti
vivete da inetti
fareste assai presto
a trovar perfetto
quell'esser adesso
in qualunque difetto
perchè questo vi dono
cantando e rimando
il suon che comando
del verbo che mando
a dirvi col mio
pensier su quel dio
che macina vita
dalla morte infinita.



continua.....

mercoledì 28 maggio 2008

PEN SA LENTO

non fare, dolce cullare
un pensiero lento
prima che m'addormento
e se non m'addormento
quel pensiero divento
IO


continua.....

domenica 25 maggio 2008

AUGURI POETA!


photo by P.
I maestri m'han spiegato
che non va mai ricercato
quel costrutto assai banale
d'esser a tutti l'altri uguale

é altresì più conveniente
investire in quel presente
dove ciò ch'è personale
si dimostra poi epocale

perchè vedi onnipresente
quella nebbia che latente
prova a vincer l'animale
che combatte sempre uguale

giacchè uscendo allo scoperto
riscontriamo con sconcerto
che il deserto emozionale
or consideriam normale



continua....

sabato 24 maggio 2008

MENSILITA'

Uno. Due. Tre. Condividere se basta l'approsimarsi dell'istinto quanto basta l'esser vinto dal portento disquisendo sottostante la facciata del divenir stabilizzata, nell'accezione non comune del mio caro coinquilino se ne fosse andato in mora rispondendo mia signora come sempre solamente divenir da deficiente. Quando fiato dal suo volto mi riappare sconvolto dal modesto divenire del comune dissentire solo la considerazione da modesto eppur coglione qualunquista mentitore; mi si tolga la parola se la penna non ha gloria. Nel fluire sottostante puoi trovar qualche diamante come flusso eppur costante di un romanzo dilagante.
E se incipit ci fu qui finisce e niente più.

Poco prima di 'sta rima rigirava nella mente quel pensier omnipresente che fa il tarlo poco male ma mi lasciasse stare farei meno l'anormale. Certo "Tutti siam uguali" è un bel concetto, pur mirabile per umanità assoluta con quella u panciuta. Or mi permetta inorridire e disquisire sul fatto che mi pare assai bislacco. Io mi sento assai diverso da chiunque osi il verso, per non parlare poi di chi non muove un filo per passare da portato a portatore. Quindi è facile capire che non voglio divenire uno qualunque di quell'ammasso brulicante che stà sempre sottostante all'iniqua porzione che manda avanti la tenzone. Preferisco certamente che mi si lecchi il culo dove vado sol perchè pago, pago poi non mi ritrovo se non solo come sono. Perchè anime sono a caccia e non lasciano una traccia se non quando ci s'inciampa tra una svista e un punto di vista che pur se appare riducente bisogna aver sempre presente che la fuga della mente è un gran ricostituente.
Se di tarlo non mi sbaglio ne ho più d'uno è perche sono sicuro di due cose solamente: il dubitare, ma ancor di più il morire. Esisto se esito non se evito e la faccia mia si presta a far subito gran festa perchè il dubbio resta tra le righe delle pieghe di quell'animale che ripaga la mia tana che il mattone è una gran piaga. anche perchè, mio, di chi è? Come faccio anche a giocare con la borsa, non lo so forse che è una cosa seria? Stralunando va la mano e mi trovo assai lontano mentre cerco certo invano di recuperar il gesto nel trovarvici un pretesto per concluder questa farsa di scrittura chè m'è parsa poca cosa vilipesa per la vostra grande spesa. Non lo so o lo so che so di sapere che il sedere è rotondo come il mondo ma se a pera diventa dopo chi ci s'accontenta, mi consenta!



continua....