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domenica 8 novembre 2020

Come Ogni Verità Insinua Divisione

 è impossibile capire

ciò che non si fa capire

il linguaggio strafottente

ci rigira nella mente

e torna continuamente

ridondando solamente

porta implacabilmente

il tuo cuor a farSIlente

a sentirsi sottomesso

non raggiunge più il complesso

stato d'animo perfetto

in cui nulla più è oggetto.

non c'è modo di sconfiggere il nemico perché il nemico sono

IO

solo se abbandono il dicotomico

e comprendo che tutto comprendo

non ho bisogno, voglie o desideri

non ho giudizi ne pensieri

non rEsisto più perché

mi son lasciato andare

ora sono, no

siamo

una cosa sola.

mercoledì 2 settembre 2020

IL DUBBIO

 

scusa, IO,

perché proprio a me?



diciamo che tutto è cominciato con il parmigiano che doveva raffreddare la pasta!

poi col tempo scopri che un affermazione apparentemente innocente in realtà cela un gioco di potere vecchio come... come non possiamo immaginare...

["niente è come sembra" e "ciò che deve accadere accade"

siano i vostri mantra da prima di questo momento.]

per mia madre la crescita di un figlio di sana e robusta costituzione passava attraverso l'assunzione costante di proteine. le privilegiate erano quelle del parmigiano perché facilmente contrabbandabili su qualsiasi tipo di pastasciutta e non solo, risotti, minestroni, brodo. no, nel brodo mi rifiutavo perchè si creavano filamenti e grumi che non gradivo.

per la 'mia' crescita dovevo ribellarmi e scoprire che il parmigiano effettivamente non aiuta il raffreddamento della pasta diede il via alla mia carriera. la mia regola divenne che il parmigiano lo mangiavo solo quando lo metteva il cuoco.

1

la madre che viene colta a mentire apre le porte dell'infinito e ciò da al figlio la possibilità di evadere.

2

dal primo dubbio al primo bagliore di consapevolezza c'è una palude.

l'unico modo che conosco per attraversarla è cercare le risposte alle domande senza accontentarsi di quelle parziali, delle definitive, delle incoerenti e di tutte quelle che, come direbbe nice, sono semplici ordini di non pensare.

3

per proseguire ci vuole un fisico tonico ed agile quindi devi conoscere tutti i muscoli e le ossa di cui sei fatto attraverso il dolore che ti provocherà questa esplorazione.

4

tra i primi bagliori ed il primo atto di volontà bisogna disimparare ad abituarsi, abituandosi con dis-organizzazione. seguendo un ciclico variare di queste inevitabili compagne si impedisce loro di legarci indissolubilmente qui.

5

reggere, per arrivare a contrastare poi, la voce che dialoga incessantemente con noi, richiede agilità mentale e conoscenza che non aquisirai in atenei o accademie. il sapere per tutti non ha mai sapore.

6

quando comincerai a sentire soddisfazione sarai solo ai piedi della montagna. qui ti serviranno il dubbio, il metodo, la resistenza, la disciplina e la tecnica per abbandonarli tutti e cinque, insieme a tutto quello che è superfluo. la perdita del deisderio è il suo coronamento.

7

il panorama non è come te lo aspettavi. indescrivibile.

respira, riempiti gli occhi più che puoi.

respira.

salta

domenica 19 aprile 2020

PARAFRITTOLE

succose supposizioni si susseguono senza sosta nella penombra ombrosa della vita vissuta finora senza fissa dimora ma dall'alba all'aurora godendo ogni ora senza festa perora una causa sin d'ora con la pillola blu rosse non ne ho più ma se credi a belzebù puoi fartele tu.
ogni volta è così io inizio a voler dir qualcosa che poi dai tasti non esce mai, son veloci i miei guai a difendersi ormai da decenni che vai verso dove non sai perché SENSO non hai ma disprezzi semmai ogni senso che sai apparente e non mai presente a se stesso come quel vecchio fesso di parmenide adesso è giunto il momento di ferirlo col mento senza dubbio mai spento perché ora è contento quel gorgia lo sento che ascolta il suo vento delizioso momento in cui l'uomo s'è spento ed è nato il suo vento delizioso momento in cui da quel momento ogni cosa non fui ma se posso dirlo così ogni cosa non...

giovedì 27 febbraio 2020

PICCOLA STORIA FANTASTICA SU COME IL NULLA EMERGE SENZA FATICA


Il gran Dittatore supremo delle Unità Scellerate Antiuomo mise al bando la tecnologia progettata dall'arcinemico, Cinici Indivudualisti Naturalmente Idiosincratici, perché avrebbe voluto continuassero solo a produrre quella progettata dai suoi ingegnegri.
Altrimenti avrebbero dovuto inevitabilmente spartirsi il mercato; e questo non sarebbe piaciuto a nessuno dei due.
Il Musone Asiatico Obsoleto numero uno, aveva progettato una strategia in grado di ribaltare la situazione: avrebbero devastato l'oggidente con lo spargere un virulento attacco mediatico volto a destabilizzare le zone di maggior produzione di carne. Sarebbero così potuti diventare gli unici produttori ed avrebbero avuto di conseguenza il monopolio delle proteine. Da li, spodestare la concorrenza negli altri campi sarebbe stato molto più facile.

Il musone aveva imparato come reagire al dittatore quando erano stati insieme a studiare economia politica e si erano laureati col massimo dei voti ed i complimenti del professore per la solidarietà tra i due.

giovedì 11 luglio 2019

ORIGINI

Poesia inventa il mito
per salvare l'uomo dalla ratio.
il poeta Lo canta
ed il popolo incanta.

poi il filosofo
cerca dietro il mito
ma ignora il poeta
rafforzando ratio.

la Poesia è matrice
di resistenza alla ragione!

per questo Nice scrive aforismi

sabato 30 maggio 2015

PRONTI PARTENZA E VIA!

La pressione in cabina subì un lieve aumento all'aprirsi dei portelli e Lei si sentì mancare vedendo proprio Lui seduto due file davanti a Lei.
Solo dopo molte notti insonni si rese conto che Lui doveva essere salito proprio durante quella attesa inattesa a Heatrow. Non avrebbero potuto viaggiare da NY a London senza incrociare una volta almeno gli sguardi.
Per ora, incredula, tremula, frenula supera se stessa e osa, si alza col tempismo perfetto per incrociarlo proprio mentre Lui (per nulla) incredulo esce dalla sua fila.


Lei, improvvisando, gli passa davanti e si offre sculettando a sottolineare l'assenza del filo, appunto.

Lui ha poca scelta: gli ordini sono chiari, raggiungere - irretire - proteggere una giovane donna bianca che, non a caso, Lui conosce da sempre.

venerdì 21 novembre 2014

ed è RA

Prendete un uomo, riempitegli il piatto ogni volta che lo chiede, fornitegli un tetto per le intemperie. 
Soddisfate anche qualche voglia più superflua e, infine, dategli accesso ad una biblioteca. 
Ne otterrete presto un filosofo. 
Perchè pensare non è altro che allineare neuroni, e state certi che, per quante possano essere, le combinazioni non sono infinite.

"neuroni che impazziscono 
per trovare un nuovo ordine 
e sbattono tra di loro 
tentando di ricostruire 
le sensazioni di gioia primordiale 
che mi diedero i tuoi occhi 
da me colti in indagini 
che non riesco a dimenticare."

venerdì 13 giugno 2014

DI.S-CORSO IO (ovvero come ti annodi il cappio)


Benvenuto pottini detto e fatto di maria


Or che qui noi siamo in tre

proverei a spiegar-me a te

di quell'IO che sempre c'è

comandar è il suo perché!

Per non fare a lui capire

tocca usare molte rime

perché sai come le cime

lo riducono a dormire.

Senza d'IO solo si sente

il percepibile incosciente

quell'infinità latente

confondibil col presente.

-
è da sempre che lo senti

scivolare tra le menti

della tua generazione

mentre fate colazione

non puòl' esser mai bastanza

ch'è una frase riempipanza

tocca invece divenire

sopra anche, gambe e retti

ricordando chel davanti

è megliò lasciarlo ai santi.

-
non è  un dis corso inteso come botta e risposta, lo definirei più lasciandolo indefinito. proviamo per una volta ad affrontare il coro saltando le torna.

prima di tutto c'è il linguaggio, crea guasti anche quando dico che il linguaggio crea guasti, in pratica quando parliamo se va bene c'è un eco, se va male sono infiniti. questo linguaggio non può servirci giacché ci asserve, dominando  noi e tutto ciò che ci circonda, cominciando col definire falsamente l'indefinibile e trascurando ogni aspetto mistico della vita ci riduce a poltiglia sottomessa incapace di dirigere alcunché al di fuori del discorso stesso che è e resta padrone del dire e comandante il fare.

proporrei una pausa, e qui dovrei stupirvi, intanto stupisco me, istupidisco l'io.

qui vorrei arrivare una volta per tutte ad essere ignorato come si deve perché state ben attenti che tra poco sentirete uscire da questa ugola il verso incline a dimostrar la pazzia che mi dona alcuni attimi che passano al passato delle verdure che non ho congelato ma stufato con la carne che ho rifiutato dato l'odore innato di morte con sé portato. disse dicendo che il bene dire non può finire dentro il convento senza portento mi rappresento

dopodiché viene il pensiero, distinguendo per favore il pensiero dall'umore capiamo subito che yoU muore.... il pensiero è ciò che da la vita, quando cessa il pensiero sospende la vita....questo non eleva il pensiero ma decade la vita....torna il linguaggio ed i suoi guasti. la vita è figlia del pensiero e non il pensiero figlio della vita. facile se depensato come rappresentazione immagine del cervello che bel bello si fa fardello e ci raggira comunque e sempre senza apparente definizione dell'esser schiavi noi e lui padrone, facile vero se chi ci pensa è il pensiero......

non per dir manca l'amore giusto perché l'ha a more le more more morTe  mor te tua

ta tu andò ci nel là no

costo lette non le lessi meglio fritte dà sapere.
 
non chiedete dell'azione se non volete d'emozion perire col vostro amato differire, disgregare di mostrare dissertare, non rimane che remare contro il reno che a spirale ci risale sull'altare e qui viene a deprecare l'esser sempre a tutti uguale senza altro dimostrar che la lezione imparar.....dimentica e respira, respira e dimentica, sogna,

varia ogni tua bisogna combina il buono col cattivo scegli sempre il men voluto e disossati l'ossuto il pennuto ed il voluto senza altro rigurgito rigurgitato editato e non filtrato come flusso rimirato del non essersi appartato da tastier dimenticato e qui sol or ricordato nel non esser dimenticato

respirando nel pallone non può che durarmi ore ora in petto il do signore signora si ignora ignora il marito signora lauti siamo cogli dei fanne mazzi come pazzi son a noi mestrui deli fatti tuoi

c’è così tanto amore in questo che capirne il pretesto è impossibile, lo ammetto lo ometto l’ometto lo metto l’ho messo lo stesso lo scopo lo scordo lo scoglio che al mare mi riporta uguale pur senza finestre ma meglio minestra d’assaltarci dentro per questo vi sento gridare dal dare di petto quel do che ancor lo ri metto nel ‘esser da stesso ricordo provetto che dir se lo ammetto che son poveretto per questo sociale non val manco un cane quell’essere IO e non il mio d’IO

riman do parlan do contan do nan do

fuck hal do!

venerdì 16 settembre 2011

QUANDO UNO E UNO FANNO TRE

Non sapendo come, voglio raccontarvi, tramite la mi voce, di un fatto assai curioso.

Quando uno e uno fanno tre!

Non sarà facile convincere la vostra ragione. Quindi Vi chiedo di leggere lasciando correre la vostra fantasia, se ancora ve ne rimane (come direbbe "lui").
Grazie e cominciamo....

1 -
L'incontro fu un evento apparentemente fortunato, o allora così avevo pensato:
- "Ma guarda un pò te! Da dove è uscito questo?"
Sentii prima di tutto la sua voce che diceva:
- "Dobbiamo imparare a vivere aspettando...e ad aspettare vivendo!"
Mi voltai e vidi un uomo alto, con una lunga coda di capelli ricci neri, indossava un cappotto anni trenta, era appoggiato al banco e teneva in mano una pinta di 'rossa'. Era solo, guardava verso la sala, dove qualcuno stava ballando e mi sembrò che parlasse ad un telefono...
Mi accorsi quasi subito che non era così, stava parlando da solo!
Mai visto... Non mi era mai capitato di vedere l'atteggiamento comune del 'barbone' (sparare sentenze a chi gli passa accanto) in una persona 'normale'...
Lui direbbe che di normale non ha niente nessuno, e non ha tutti i torti.
Comunque iniziai ad osservarlo incuriosito e capii che era lì per imparare, studiava il comportamento sociale degli avventori di quel disco bar di periferia...
Quando stavo per andarmene si diresse alla pista e iniziò un ballo fatto di quei piccoli movimenti sincretici di gambe e bacino tipico dei neri che Noi bianchi rendiamo ridicolo quando proviamo a imitare.
Nonostante mi sembrasse notevolmente bravo, notai che ballò senza attirare l'attenzione e senza disturbare l'armonia che ormai c'era sulla pista. Uscendo dal locale ebbi due contrastanti impressioni perchè tanto mi sembrò fuori luogo al banco, tanto era a suo agio da solo in pista.
Quella notte lo sognai...anche se sotto forma di pura luce lo riconobbi sopratutto dalle emozioni che scaturivano da lui e invadevano tutto ciò che lo circondava.
Il sogno fu rinfrancante e mi sveglia felice; notai quasi subito una sottile variazione nel mio percepire la luce. Come al solito mi preparai per andare al lavoro e un pensiero mi accompagnava:
- "Quanto ancora riuscirò a sopportare quella stracciacazzi di mia moglie? ...quando la smetterà?"
La giornata si concluse, la monotonia pervadeva i miei sentimenti. Rimasi sul divano ad ascoltare musica. fu solo quando mi decisi a prepararmi per la notte che mi ricordai di lui e pensai:
- "Niente può apparire fuori luogo come ciò che più vi si adatta, accettandolo."
Ovvio, questo è uno dei più classici errori della cultura occidentale. La differenza tra partecipare e possedere; fare parte di un ciclo, un disegno superiore o rendersi direttori del traffico. Comportamento passivo, nel senso dell'accettare ciò che ci circonda per scoprire lo spazio della nostra felicità, o attivo, nel senso di trasformare ciò che ci circonda nel tentativo di costruire uno spazio per la nostra felicità.
Bhe, non sò come mai fui folgorato dal pensiero che Lui avesse trovato la risposta: accettare ciò che c'è per essere partecipe della trasformazione che è insita nella vita stessa.
Il problema era come fare 'mia' questa folgorazione?
Quali passi seguire per perseguire lo scopo della felicità?
E sopratutto: come far aprire gli occhi della mia 'acida' metà su questa scoperta in modo che potesse seguirmi?
Pensai:
- "Innanzi tutto accetta!"

lunedì 12 settembre 2011

RUBINETTOAPERTO

scrivere flessibile l'animo sorprende a se stesso con la dimenticanza che gli appartiene come forma di presenza fondamentale nell'assenza fetale. quella lontananza che m'appare e dispari hai vinto tu ma lassa perdere gli altri che sono in fondo e sopra come te. niente appare come sembra e niente è come è. Da quella prima volta con un basso in mano non ho mai colto il senso degli alti e per questo mi stono ogni giorno nel tentativo tentato di inutilmente raggiungermi. veloci e rapidi come saette che si rincorrono senza tempo nel vortice sereno dell'imminente impossibile come il futuro. quel futuro che ci manca come quel passato che non torna sul trono ma se leggi un bel tomo t'addormenti sereno. colto il segno dell'ineffabile scorrere fluido del dolore dentro e fuor di se stesso si riprende assoluto il dominio dell'esistenza incerta come apparenza certa del panta lone.
panta leone.
 panta leone mangia prima d'essere mangiato

lunedì 21 marzo 2011

CANAPA

se provassi a raccontarvi semplicemente la mia vita, in fondo non ci credereste. eppure è andata proprio così: fanculo la poesia, fanculo l'arte. Qui ed Ora, almeno sul pianeta che abito, c'è bisogno di politica, di quella spiccia, che non s'inciampa e che non t'incanta. bisogna scendere nel campo ed arare, rivoltare seminare.
Oggi è primavera!
con la luna nuova seminate tanta canapa ovunque potete, dalle aiuole delle città ai campi abbandonati, dalle cime delle alpi alle spiagge di lampedusa.
ricopriamo lo stivale di un magico manto verde

adesso basta, arrestatemi pure.

venerdì 8 gennaio 2010

LA MIA MUSICA

Da quando ascolto musica, vivo di musica.
Come se ci fosse una connessione diretta tra emozioni e verità.
Non mi sono mai accontentato di sentire la melodia, ho sempre cercato nel testo il senso di quel sentimento che mi trasmetteva.
Così imparai l'inglese. Serviva ad amare considerazioni prese in prestito dai pink floyd. Oggi ancora spunta una lacrima. La questione non è semplice, in moltissime canzoni c'è arte. Almeno in quelle che deliziano le mie orecchie. Portatrici sane di consapevolezza, figlie degli anni in cui il rock era la musica del demonio, figlie della sofferenza di popoli soggiogati da logiche profittatrici e repressive, guardacaso.
Il problema era già evidente per il ludovico van, cercava e cercava l'accordo perfetto, un incrocio tra un quadro e una poesia, tre semplici note implicanti non solo l'orecchio ma anche l'anima. Una specie di magia, comunque molto esoterico. Esoterismo e musica, dai beatles di L.S.D. al serpente di jim. Raramente si raggiungono tali vette ed è sempre bene accompagnarsi con ottime sinfonie, momenti indistinti in cui riesci a percepire nettamente il silenzio.
Il silenzio, certo tutto parte da qui, e non solo la storia musicale, in principio era il verbo. Il verbo, si, ma quel verbo che si fa parola in un soffio di musica che non ha barriere linguistiche. in fondo dio ha sempre cantato la vita, o è la vita che ci ha sempre cantato dio? Direi che non conta, comunque sia è musica.
Ricomincio, vabene.
Da quando ascolto musica, vivo di musica.
Non solo per dire. Come in un esercizio yoga di meditazione, ascoltare certa musica aiuta lo spirito a riconciliarsi col mondo, con se stesso. Pratica ancestrale che richiama i mantra orientali si ritrova nella ripetitività del ritmo che costringe l'ascoltatore su se stesso, lo porta ad ascoltarsi mentre ascolta il suono ripetitivo del battere incessante della vita. Vivere di musica è naturale. La natura stessa è musica, basta andare in riva al mare per ascoltare sinfonie baritonali, nei prati estivi esplodono migliaia di suoni che paiono solo senza alcuna direzione unificante. Anche i sassi e l'aria 'suonano' senza che noi ci prestiamo troppo attenzione.
Allora ascoltare musica dev'essere prestare attenzione al mondo: in fondo la profonda conoscenza di noi stessi può arrivare soltanto dopo la conoscenza delle cose, prima, e degli altri, poi.
Va bene. Ricomincio.
Da quando ascolto musica, vivo di musica.
Oppure no, è da quando vivo che la musica ascolta me e come se prima non mi fosse stato possibile accorgermene solo ora scopro che c'è sempre qualcuno che ha combinato le note per darmi la sensazione giusta al momento giusto e mi chiedo: chi arriva prima?
Il musicista, l'ascoltatore o......la sensazione giusta!
Certamente taglia il traguardo con parecchio anticipo la sensazione giusta chè può solo essere specchiata dalla musica, che è sempre pronta a cambiare vestito, pettinarsi e truccarsi pur di sedurti l'ennesima volta. Ed io mi lascio ingannare, sedotto dal velo di maya, pronto a lasciare tutto un'altra volta per seguir quell'istinto che lacerato in mille brandelli mi si ri-presenta come lo stesso c'ha sedotto quel musicista che stà suonando ora proponendomi come risultato quella sensazione ch'io gli ho provocato, è tutto.
Ricomincio. Và, Bene!
La tua voce che m'in-canta
della musica il di-vino
mentre ascolto sul di-vano
il silenzio ch'è composto
per chi non è ancora morto.

martedì 1 settembre 2009

INCIPIT

Era tardi. Non restava che fare le valigie ed uscire senza perdere altro tempo.


Nonostante l'assenza persistente della penna trovava quasi impossibile mettersi a scrivere al pc e non solo perchè non sapeva usare dieci dita, si arrangiava più che bene con quattro, ma sopratutto per via del difficile controllo dualistico monitor/tastiera. Era come se stesse vedendo al lavoro lo scrittore che ancora si rifiutava di impersonificare. Nondimeno soffriva l'assenza del fruscio della carta e dell'odore d'inchiostro, insomma restava semplicemente ancorato a quelle sensazioni che oggigiorno non sono più così comuni.


Questa volta non si scordò di infilare nella valigia un blocco e due penne. Controllò di aver chiuso tutte le finestre e uscì. In strada cercò un taxi che non tardò a passare e si fece portare all'aereoporto.