martedì 2 dicembre 2008

LETTERA A MIA MADRE

Sento un lamento, un dolce canto sale dal tuo cuore.
Una domanda caratterizza l'aspetto più difficile della crescita umana, l'adolescenza:
“perchè il mio cuore non trova consensi in quel ch'è sociale?”
Dalla 'non' risposta a questa domanda nasce la criticità dell'età adulta, inizia qui la scissione spirito/razionalità che travisa l'essenziale necessità dell'esistenza: l'essere.
Siccome solo l'essere è, mentre tutto il resto appare, sono secoli che spostando l'attenzione sulla ragione a discapito del cuore non facciamo altro che renderci sempre più invisibili a noi stessi. Questo ha come conseguenza diretta l'impossibilità di elevarsi al di sopra della mera conoscenza (conoscere le cose) se non in rari casi in cui si raggiunge, perlopiù grazie all'età avanzata, la saggezza (conoscere le persone). Siccome solo chi conosce se stesso può dirsi illuminato abbiamo davanti una società costretta al buio, altro che illuminismo! Che questo sia la conseguenza di un complotto o semplice deriva dell'evoluzione non cambia né il senso né le contromisure. Poco può fare la razionalità nel comprendere sè stessa giacchè è solo apparenza, nient'altro che l'abitudine ad adeguarsi a 'leggi e regole' che il cuor non comprende, non riesce a far sue. Allora urge l'ascolto, il sapersi fermare a lasciare fluire l'emozione, il contemplare la natura in tutta la sua eccellente semplicità. Noi siamo corpi che abitano un pianeta e non degli spiriti possessori di corpi e terra!
Il subconscio altro non sono che io, nel mio più intimo e completo 'essere', tutt'altro che qualcosa da controllare piuttosto qualcosa da conoscere, comprendere.
Detto questo forse sarà più facile accettarmi, io non ho mai smesso di ascoltare il mio cuore, per questo appaio sensibile; ho sempre cercato di capirmi, studiarmi e criticarmi più che con qualunque altro argomento, per questo appaio equilibrato; ho sempre cercato la mia verità, cioè il mio 'essere' più di qualunque altra verità, per questo appaio giusto; in fondo già dissi:
"Non è ciò che fai che conta
ma ciò che sei.
Continua quindi a bruciare,
oh spirito fiammeggiante."

Io ho già scelto di regalare la mia vita a chi la chiede, giacchè non la sento mia ma parte dell'essere che ci accomuna, noi e le altre forme di consapevolezza che vagano in questa landa infinita dell'apparenza. Scrivo per non perdere le mie tracce, per essere sempre e comunque al cospetto della mia integrità, forse scrivo perchè sono o sono perchè scrivo, comunque brucio. Questo basta a me e dovrebbe bastare a chiunque, in fondo io non sono il problema, casomai sono la soluzione.

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