a me piacerebbe molto
ma la gioia sfugge se
appena provi a placcarla
x fermarla lei è jah
altrove per ore senza
odore dimentico il sudore
da suore senz'odore
sol quel calore che
non riprende altro che
le tue tende me
gli ho mutande
uno come me ha bisogno di poco ma quel poco non glielo devi levare perchè le conseguenze andrebbero certo al di là delle apparenze. giro il cd.
il perchè delle cose apparenti non stà nell'apparenza nè nella paranza ma la sostanza che stu pisce impigliato nell'amo re sister act
dubbio/so/spiro/atto/ato/tali/zare/dare/fare
posso copiare
ma mai chiunque
è nella scelta
d'ello riginale
ch'essi distingue
chi è pingue
stò pentito all'infinito
ch'oltre il muretto inquisito
appar contrito nel plastico-
-co-costituito e non delfi
nito in cattedra unito al volo
pentito di chi firma incolpito
un documento bandito da li
codici antico senza burla
inserito come re so insignito
di regale illo visto lo
per poi dir non è tristolo
ma sorella di lei par che
dica a costei saran pur
cazzi miei.
è jah tutto passato
lunedì 22 dicembre 2014
domenica 30 novembre 2014
TUTTOBENE minuto per minuto
Tutto ciò che puoi immaginare sfugge l'andare a cagare del mare e non rimare che appare luguale tornare a montare e monitorare il flusso di sangue dal quale arrivare per poi ripartire a se stesso e quale un parco ma porco animal distorto se non mi fermo non so cosa perdo perchè non canta la via che mi butta via se poi sei capace di legger ste frasi che mai banali appaion geniali in quella scrittura che regge l'usura.
io mi rivolgo rivolgendo me volto ancora una volta senza una svolta per sette la volta dell'arco che teso dal peso della colonna che prende la donna la sbatte la monta la smonta e ci conta a correr pel viale se a se dis eguale quel tale che appare a me come il pesce che c'è e torna da Te.
per senza la rima la vita contrita a se come sempre appare rapita.
da quelle firme che sì disegnano e come una figlia che si fa famiglia camminando per quando le pale donando a chi mele schiaccia pel la figuraccia di non poter dire ciò che jha capire e carpire capperi unire e disdire per apparire ma lasciare se stessi al colmo dei lessi e letti e ri letti e ancora non detti ma ripetati come i pennuti che a paia ne vanno a far loro danno si droghi fin dora chi teme l'aurora lauranno il tempo è l'inganno quel che mi rimane è soltanto questo quel gesto funesto che ancor un pretesto eppur mi figura in tutta natura è l'esser di suo un cubico pertugio che senza l'indugio io qui mi propongo di render pertugio nel quale stivare quel pezzo da dare di carne all'amore e non se ne dica che si benedica che mica la fica appaia infinita perchè la Mia amica che è federica di mostra da sempre che l'esser si sente co stretto a migrare da in mezzo alle gambe fin quelle mutande che grazie ad IO dIO son sode e compatte per quanto sian atte non a rifiutare ma ad assaggiare quel pezzo di carne che là sempre mancare.
io mi rivolgo rivolgendo me volto ancora una volta senza una svolta per sette la volta dell'arco che teso dal peso della colonna che prende la donna la sbatte la monta la smonta e ci conta a correr pel viale se a se dis eguale quel tale che appare a me come il pesce che c'è e torna da Te.
per senza la rima la vita contrita a se come sempre appare rapita.
da quelle firme che sì disegnano e come una figlia che si fa famiglia camminando per quando le pale donando a chi mele schiaccia pel la figuraccia di non poter dire ciò che jha capire e carpire capperi unire e disdire per apparire ma lasciare se stessi al colmo dei lessi e letti e ri letti e ancora non detti ma ripetati come i pennuti che a paia ne vanno a far loro danno si droghi fin dora chi teme l'aurora lauranno il tempo è l'inganno quel che mi rimane è soltanto questo quel gesto funesto che ancor un pretesto eppur mi figura in tutta natura è l'esser di suo un cubico pertugio che senza l'indugio io qui mi propongo di render pertugio nel quale stivare quel pezzo da dare di carne all'amore e non se ne dica che si benedica che mica la fica appaia infinita perchè la Mia amica che è federica di mostra da sempre che l'esser si sente co stretto a migrare da in mezzo alle gambe fin quelle mutande che grazie ad IO dIO son sode e compatte per quanto sian atte non a rifiutare ma ad assaggiare quel pezzo di carne che là sempre mancare.
dal buco riempito
ha l'alma colpito
e l'esser rapito
sia ricostituito.
p.s. se lo decifro il mio IO inficio
venerdì 21 novembre 2014
ed è RA
Prendete un uomo, riempitegli il piatto ogni volta che lo
chiede, fornitegli un tetto per le intemperie.
Soddisfate anche qualche voglia più superflua e, infine, dategli accesso ad una biblioteca.
Ne otterrete presto un filosofo.
Perchè pensare non è altro che allineare neuroni, e state certi che, per quante possano essere, le combinazioni non sono infinite.
"neuroni che impazziscono
per trovare un nuovo ordine
e sbattono tra di loro
tentando di ricostruire
le sensazioni di gioia primordiale
che mi diedero i tuoi occhi
da me colti in indagini
che non riesco a dimenticare."
Soddisfate anche qualche voglia più superflua e, infine, dategli accesso ad una biblioteca.
Ne otterrete presto un filosofo.
Perchè pensare non è altro che allineare neuroni, e state certi che, per quante possano essere, le combinazioni non sono infinite.
"neuroni che impazziscono
per trovare un nuovo ordine
e sbattono tra di loro
tentando di ricostruire
le sensazioni di gioia primordiale
che mi diedero i tuoi occhi
da me colti in indagini
che non riesco a dimenticare."
lunedì 17 novembre 2014
ATTIMI
pensare il pensiero come siero alla positività innata e defecata senza limite allo scampolo estetico che patetico mi rimanda sotto l'ala che campa napoli e poi muori con gli odori che son fuori dai meloni radiattivi degli attivisti tristi che se ci penso ancor fa male.
non è questione della questione in sè, la questione è che questione non è l'esser lessare o l'apparire appariscente cosciente e consenziente seppur banalmente sapiente, qui direi che non fa sei per sei ma te chi sei, io e tu che vuoi di più, io è tu che dir di più, noi e voi non sono l'oro piuttosto l'alloro allora all'oro cala il piatto che il tris si sbatte il mazzo non tagliato mai mischiato e decisamente ambrato non smembrato e sminuzzato dal depensar codificato così ficcato e non sviato non svitato che sia matto è dono grato e grato son a gratosoglio dio non voglio non che Dio non sia Poi Pio. Pio tutto con quell'asso che mi sbatto seppur di picche e lance non parliamo che taglienti son i denti dei sapienti che con tenti tanti con te nuti muti sudi ci piace al rapace verace che a diecimila tace gode l'alito di vino del beone poverino presso che si fa com presso senza alito e confesso.
non ho fatto il soldato
(a piero
non è questione della questione in sè, la questione è che questione non è l'esser lessare o l'apparire appariscente cosciente e consenziente seppur banalmente sapiente, qui direi che non fa sei per sei ma te chi sei, io e tu che vuoi di più, io è tu che dir di più, noi e voi non sono l'oro piuttosto l'alloro allora all'oro cala il piatto che il tris si sbatte il mazzo non tagliato mai mischiato e decisamente ambrato non smembrato e sminuzzato dal depensar codificato così ficcato e non sviato non svitato che sia matto è dono grato e grato son a gratosoglio dio non voglio non che Dio non sia Poi Pio. Pio tutto con quell'asso che mi sbatto seppur di picche e lance non parliamo che taglienti son i denti dei sapienti che con tenti tanti con te nuti muti sudi ci piace al rapace verace che a diecimila tace gode l'alito di vino del beone poverino presso che si fa com presso senza alito e confesso.
non ho fatto il soldato
(a piero
martedì 28 ottobre 2014
GUERRA FONDA IO
non metto mi piace
per voi mi dispiace
ma sono capace
del viver rapace
per voi mi dispiace
ma sono capace
del viver rapace
lunedì 8 settembre 2014
EDUC ARSI
e dunque arsi
nel tentativo di darsi
senza sosta sottrarsi
all'arcigno ricord'arsi
io io brucia il divino
dell'alcool l'inchino
invano sottr'arsi
invano sò arsi
non resta in natura
altra sfumatura
dell'esser dal fuoco
ricotto al su' scopo
nel tentativo di darsi
senza sosta sottrarsi
all'arcigno ricord'arsi
io io brucia il divino
dell'alcool l'inchino
invano sottr'arsi
invano sò arsi
non resta in natura
altra sfumatura
dell'esser dal fuoco
ricotto al su' scopo
mercoledì 30 luglio 2014
VOGL'IO
ma se vi lascio, vi abbandono,
col mio tocco sempre buono
per tornar nella mia mente
a scandir in stò presente
quelle rime che mie assenze
non rispondon al presente
inconfondibile latente
animale che si sente
già braccato dalla gente
ch'è normal sepur banale
o meglio a tutti l'altri uguale
senza ridir l'animale
che non l'anima l'uguale
non un corpo di suo morto
da far viver con un soffio
ma quel soffio ch'è jah corpo
seppur non ci sia mai morto
poi per questo ch'è contorto
questo ragionar distorto
se son io oppur mio dio
a scegler ciò che vogl'IO
col mio tocco sempre buono
per tornar nella mia mente
a scandir in stò presente
quelle rime che mie assenze
non rispondon al presente
inconfondibile latente
animale che si sente
già braccato dalla gente
ch'è normal sepur banale
o meglio a tutti l'altri uguale
senza ridir l'animale
che non l'anima l'uguale
non un corpo di suo morto
da far viver con un soffio
ma quel soffio ch'è jah corpo
seppur non ci sia mai morto
poi per questo ch'è contorto
questo ragionar distorto
se son io oppur mio dio
a scegler ciò che vogl'IO
giovedì 3 luglio 2014
PUNTOEVIRGOLA
...felice di non esserlo,
venerdì 13 giugno 2014
DI.S-CORSO IO (ovvero come ti annodi il cappio)
Benvenuto pottini detto e fatto di maria
Or che qui noi siamo in tre
proverei a spiegar-me a te
di quell'IO che sempre c'è
comandar è il suo perché!
Per non fare a lui capire
tocca usare molte rime
perché sai come le cime
lo riducono a dormire.
Senza d'IO solo si sente
il percepibile incosciente
quell'infinità latente
confondibil col presente.
-
è da sempre che lo senti
scivolare tra le menti
della tua generazione
mentre fate colazione
non puòl' esser mai bastanza
ch'è una frase riempipanza
tocca invece divenire
sopra anche, gambe e retti
ricordando chel davanti
è megliò lasciarlo ai santi.
-
non è un dis corso inteso come botta e risposta, lo definirei più lasciandolo indefinito. proviamo per una volta ad affrontare il coro saltando le torna.
prima di tutto c'è il linguaggio, crea guasti anche quando dico che il linguaggio crea guasti, in pratica quando parliamo se va bene c'è un eco, se va male sono infiniti. questo linguaggio non può servirci giacché ci asserve, dominando noi e tutto ciò che ci circonda, cominciando col definire falsamente l'indefinibile e trascurando ogni aspetto mistico della vita ci riduce a poltiglia sottomessa incapace di dirigere alcunché al di fuori del discorso stesso che è e resta padrone del dire e comandante il fare.
proporrei una pausa, e qui dovrei stupirvi, intanto stupisco me, istupidisco l'io.
qui vorrei arrivare una volta per tutte ad essere ignorato come si deve perché state ben attenti che tra poco sentirete uscire da questa ugola il verso incline a dimostrar la pazzia che mi dona alcuni attimi che passano al passato delle verdure che non ho congelato ma stufato con la carne che ho rifiutato dato l'odore innato di morte con sé portato. disse dicendo che il bene dire non può finire dentro il convento senza portento mi rappresento
dopodiché viene il pensiero, distinguendo per favore il pensiero dall'umore capiamo subito che yoU muore.... il pensiero è ciò che da la vita, quando cessa il pensiero sospende la vita....questo non eleva il pensiero ma decade la vita....torna il linguaggio ed i suoi guasti. la vita è figlia del pensiero e non il pensiero figlio della vita. facile se depensato come rappresentazione immagine del cervello che bel bello si fa fardello e ci raggira comunque e sempre senza apparente definizione dell'esser schiavi noi e lui padrone, facile vero se chi ci pensa è il pensiero......
non per dir manca l'amore giusto perché l'ha a more le more more morTe mor te tua
ta tu andò ci nel là no
costo lette non le lessi meglio fritte dà sapere.
Or che qui noi siamo in tre
proverei a spiegar-me a te
di quell'IO che sempre c'è
comandar è il suo perché!
Per non fare a lui capire
tocca usare molte rime
perché sai come le cime
lo riducono a dormire.
Senza d'IO solo si sente
il percepibile incosciente
quell'infinità latente
confondibil col presente.
-
è da sempre che lo senti
scivolare tra le menti
della tua generazione
mentre fate colazione
non puòl' esser mai bastanza
ch'è una frase riempipanza
tocca invece divenire
sopra anche, gambe e retti
ricordando chel davanti
è megliò lasciarlo ai santi.
-
non è un dis corso inteso come botta e risposta, lo definirei più lasciandolo indefinito. proviamo per una volta ad affrontare il coro saltando le torna.
prima di tutto c'è il linguaggio, crea guasti anche quando dico che il linguaggio crea guasti, in pratica quando parliamo se va bene c'è un eco, se va male sono infiniti. questo linguaggio non può servirci giacché ci asserve, dominando noi e tutto ciò che ci circonda, cominciando col definire falsamente l'indefinibile e trascurando ogni aspetto mistico della vita ci riduce a poltiglia sottomessa incapace di dirigere alcunché al di fuori del discorso stesso che è e resta padrone del dire e comandante il fare.
proporrei una pausa, e qui dovrei stupirvi, intanto stupisco me, istupidisco l'io.
qui vorrei arrivare una volta per tutte ad essere ignorato come si deve perché state ben attenti che tra poco sentirete uscire da questa ugola il verso incline a dimostrar la pazzia che mi dona alcuni attimi che passano al passato delle verdure che non ho congelato ma stufato con la carne che ho rifiutato dato l'odore innato di morte con sé portato. disse dicendo che il bene dire non può finire dentro il convento senza portento mi rappresento
dopodiché viene il pensiero, distinguendo per favore il pensiero dall'umore capiamo subito che yoU muore.... il pensiero è ciò che da la vita, quando cessa il pensiero sospende la vita....questo non eleva il pensiero ma decade la vita....torna il linguaggio ed i suoi guasti. la vita è figlia del pensiero e non il pensiero figlio della vita. facile se depensato come rappresentazione immagine del cervello che bel bello si fa fardello e ci raggira comunque e sempre senza apparente definizione dell'esser schiavi noi e lui padrone, facile vero se chi ci pensa è il pensiero......
non per dir manca l'amore giusto perché l'ha a more le more more morTe mor te tua
ta tu andò ci nel là no
costo lette non le lessi meglio fritte dà sapere.
non chiedete dell'azione se non volete d'emozion perire col vostro amato differire, disgregare di mostrare dissertare, non rimane che remare contro il reno che a spirale ci risale sull'altare e qui viene a deprecare l'esser sempre a tutti uguale senza altro dimostrar che la lezione imparar.....dimentica e respira, respira e dimentica, sogna,
varia ogni tua bisogna combina il buono col cattivo scegli sempre il men voluto e disossati l'ossuto il pennuto ed il voluto senza altro rigurgito rigurgitato editato e non filtrato come flusso rimirato del non essersi appartato da tastier dimenticato e qui sol or ricordato nel non esser dimenticato
respirando nel pallone non può che durarmi ore ora in petto il do signore signora si ignora ignora il marito signora lauti siamo cogli dei fanne mazzi come pazzi son a noi mestrui deli fatti tuoi
c’è così tanto amore in questo che capirne il pretesto è impossibile, lo ammetto lo ometto l’ometto lo metto l’ho messo lo stesso lo scopo lo scordo lo scoglio che al mare mi riporta uguale pur senza finestre ma meglio minestra d’assaltarci dentro per questo vi sento gridare dal dare di petto quel do che ancor lo ri metto nel ‘esser da stesso ricordo provetto che dir se lo ammetto che son poveretto per questo sociale non val manco un cane quell’essere IO e non il mio d’IO
riman do parlan do contan do nan do
fuck hal do!
varia ogni tua bisogna combina il buono col cattivo scegli sempre il men voluto e disossati l'ossuto il pennuto ed il voluto senza altro rigurgito rigurgitato editato e non filtrato come flusso rimirato del non essersi appartato da tastier dimenticato e qui sol or ricordato nel non esser dimenticato
respirando nel pallone non può che durarmi ore ora in petto il do signore signora si ignora ignora il marito signora lauti siamo cogli dei fanne mazzi come pazzi son a noi mestrui deli fatti tuoi
c’è così tanto amore in questo che capirne il pretesto è impossibile, lo ammetto lo ometto l’ometto lo metto l’ho messo lo stesso lo scopo lo scordo lo scoglio che al mare mi riporta uguale pur senza finestre ma meglio minestra d’assaltarci dentro per questo vi sento gridare dal dare di petto quel do che ancor lo ri metto nel ‘esser da stesso ricordo provetto che dir se lo ammetto che son poveretto per questo sociale non val manco un cane quell’essere IO e non il mio d’IO
riman do parlan do contan do nan do
fuck hal do!
martedì 27 maggio 2014
cA_TEti
Ma chi, a chi, ma ...
manchi il bersaglio
tral traguardo
del ghepardo baldo
espavaldo pur
essendo daglio
non smette,
non smette RE,
non smettere
di ricordarcelo
"la coppia è un meccanismo guasto"
manchi il bersaglio
tral traguardo
del ghepardo baldo
espavaldo pur
essendo daglio
non smette,
non smette RE,
non smettere
di ricordarcelo
"la coppia è un meccanismo guasto"
ALLITTERO ALLIGATORI
Danza lamo sulla pelle ribelle che impelle le belle barelle dettate da fate parecchio svogliate per quanto voi fate loro sono fate.
E' MAGGIO!
SGAMABALA LORO
SGOMBRALA ORA
SGOMBRALO ORO
SGAMALALLORA
SGAMALAMBO
SGAMAILLAMBRO
SGAMALAMBRO
SGALAMBRO!!!
SGOMBRALA ORA
SGOMBRALO ORO
SGAMALALLORA
SGAMALAMBO
SGAMAILLAMBRO
SGAMALAMBRO
SGALAMBRO!!!
lunedì 3 marzo 2014
LA GRASSA BELLEZZA
se siete grande e pur pensatore
dovreste almeno farvi un favore
provate a capire com ci si sente
ad esser Voi l'onni potente
per questo silvio ancor vi vuol bene
e riproduce le vostre pene
lui ci guadagna palate d'onore
pur non sapendo cos'è l'amore
dovreste almeno farvi un favore
provate a capire com ci si sente
ad esser Voi l'onni potente
per questo silvio ancor vi vuol bene
e riproduce le vostre pene
lui ci guadagna palate d'onore
pur non sapendo cos'è l'amore
venerdì 7 febbraio 2014
L'O SO
osasse osar chi osar non osa
mi m'osa in cor l'osarmi ancora
mi m'osa in cor l'osarmi ancora
giovedì 16 gennaio 2014
L'arte e il Salento. (RI-ESUMATO)
L'arte è il respiro dell'umanità. L'arte è il respiro della terra compreso e tradotto in simbolo che diventa ricchezza spirituale. L'arte è espressione, comunicazione, confronto e affronto. L'arte è comprensione. La terra Salentina parla e chi fa arte l'ascolta, si innamora e piange perchè ne percepisce il lamento. Questa terra viene violentata ogni istante dai politici e dagli amministratori come dai suoi figli che oggi cercano la felicità nel progresso economico e dimenticano quello spirituale! Non servono strade, non servono parchi, non servono eliche. Serve l'attenzione che viene dall'amore, serve la pazienza che viene dal bello, serve l'orecchio che ascolta il respiro degli alberi e la bocca che lo racconta, serve (qui come ovunque) l'educazione che porta comprensione ed accettazione della propria storia e del proprio destino. Prendere i più giovani, occuparsi di loro, educarli al bello è l'unica speranza per vivere domani in un mondo migliore.
Adesso BASTA!
Adesso BASTA!
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