pensare il pensiero come siero alla positività innata e defecata senza limite allo scampolo estetico che patetico mi rimanda sotto l'ala che campa napoli e poi muori con gli odori che son fuori dai meloni radiattivi degli attivisti tristi che se ci penso ancor fa male.
non è questione della questione in sè, la questione è che questione non è l'esser lessare o l'apparire appariscente cosciente e consenziente seppur banalmente sapiente, qui direi che non fa sei per sei ma te chi sei, io e tu che vuoi di più, io è tu che dir di più, noi e voi non sono l'oro piuttosto l'alloro allora all'oro cala il piatto che il tris si sbatte il mazzo non tagliato mai mischiato e decisamente ambrato non smembrato e sminuzzato dal depensar codificato così ficcato e non sviato non svitato che sia matto è dono grato e grato son a gratosoglio dio non voglio non che Dio non sia Poi Pio. Pio tutto con quell'asso che mi sbatto seppur di picche e lance non parliamo che taglienti son i denti dei sapienti che con tenti tanti con te nuti muti sudi ci piace al rapace verace che a diecimila tace gode l'alito di vino del beone poverino presso che si fa com presso senza alito e confesso.
non ho fatto il soldato
(a piero
lunedì 17 novembre 2014
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